Biblioteca Gelsomina Verde

Storia della Biblioteca nata per combattere la Camorra attraverso la cultura (Gelsomina Verde)

Come nasce la biblioteca di Scampia?
La biblioteca è stata inaugurata il 22 dicembre 2017 ed è aperta al pubblico dall’8 gennaio 2018.
E’ stata allestita all’interno di una scuola superiore di Scampia, abbandonata in quanto i ragazzi non venivano più iscritti per la pericolosità di quella zona del quartiere, dedicata principalmente al traffico di droga. La camorra aveva fatto di quell’edificio un luogo di spaccio, di detenzione di armi, trasformandolo quasi in un bed and breakfast per chi si drogava.

L’attuale amministrazione ha avuto l’idea di consegnare questa ex scuola ad un gruppo di associazioni che confluiscono all’interno dell’Officina delle culture “Gelsomina Verde”, ente che prende il suo nome da una recente vittima di camorra.

L’associazione voleva che in quell’edificio ci fosse una biblioteca aperta al pubblico, diventata realtà grazie all’Anart (Associazione Nazionale Autori Radiotelevisivi), che ha valutato l’opportunità di presentare alla Siae un progetto da sostenere economicamente.

La biblioteca rappresenta di per se un record: mai era capitato di aprire una tale attività in due mesi e mezzo.
In questo breve arco di tempo hanno avuto gli scaffali, in parte costruiti dai detenuti in regime di semi-libertà, impegnati in alcuni laboratori creati dall’Officina delle culture, e con l’aiuto di volontari.

La biblioteca è aperta al pubblico tutti i pomeriggi, anche il sabato, fino alle 7.30 di sera, e mette a disposizione oltre al suo catalogo anche una serie di laboratori.

La biblioteca è civica, non viene sostenuta da enti pubblici, e sorge in un quartiere come quello di Scampia composto da 100mila abitanti senza un teatro, un cinema, un supermercato.

Questa operazione sta avendo successo e sta cercando di affermarsi per avere un rapporto diretto con le scuole, essendo il suo target principale composto da bambini, ragazzi, giovani adulti, in un territorio difficile per qualsiasi tipo di attività, figuriamoci per quelle di carattere culturale.

Pagina Facebook: Biblioteca di Scampia

Dal punto di vista del servizio bibliotecario pubblico, le cosiddette biblioteche civiche, si parte dai libri e si arriva ad attività di incontri, lettura collettiva, presentazioni, per arrivare a laboratori veri, dove il ragionamento non è “leggere per imparare” ma “imparare facendo” e capire che in questo modo la lettura è uno strumento di conoscenza. Per far si, occorre sollecitare una sensibilità che ancora non c’è non solo a Scampia, ma in tutta Italia. Costruire ed investire nel servizio bibliotecario da frutti per il futuro di questo Paese.

La storia di Gelsomina Verde

Il mio cognome era il nome di un colore: Verde, il mio nome invece quello di un fiore: Gelsomina. Ma per gli amici ero Mina. Avevo 22 anni quando fui uccisa. Era il 21 novembre 2004. Sul mio corpo tumefatto dai pugni e dai calci avevo i segni di una violenza inaudita. Ma ero rimasta viva. Ho urlato a lungo, ho pianto. Ho sperato mi salvassero. Poi un colpo di pistola venne sparato alla mia nuca. Fu in quel momento che morii. E allora non ho sentito più male, non ho sentito più il sapore ferroso del sangue misto alle lacrime. Era scomparso pure il dolore atroce alle estremità delle mie mani. Avevo i polsi spezzati, le dita frantumate. Mi avevano rotto anche le caviglie, ma quasi non lo ricordavo. Perché tutta quella sofferenza era scomparsa in un attimo. Altri due colpi esplosi. Poi il mio corpo era stato messo in un’auto. Non per essere ritrovato. Un’esplosione lieve e poi il fuoco. Non potevo comunque sentire il calore che si sprigionava dalle fiamme. L’autopsia svelò l’atrocità che avevo subito alla mia famiglia, a mia madre Anna, che quasi morì per il dolore. Ed era la cosa più brutta che potessi sapere. Perché io ero morta senza un perché.

Roberto Saviano, Gomorra