Star Judo Club

Il progetto nasce dalla voglia di papà Gianni Maddaloni di dare ai giovani, un’alternativa alla strada. In un territorio difficile come quello di Scampia, O’ Maè, ha creato un luogo di ritrovo per persone di tutte le età, sesso ed estrazione sociale.

Si è imposto come Maestro di vita e secondo padre per quei ragazzi (molti) che il padre lo hanno lontano. Ha insegnato loro i valori del Judo e della vita: Educazione, Coraggio, Sincerità, Onore, Modestia, Rispetto, Controllo di sé, Amicizia.

La Star Judo Club Napoli, al fine di rendere possibile la realizzazione di un desiderio di bambini e famiglie del quartiere Scampia, promuove, la propria attività per la costruzione di una società civile attraverso lo sport la cultura e la legalità.

Offre la propria esperienza in uno dei quartieri più disagiati di Napoli, Scampia, teatro da sempre di solo fatti delittuosi.

Grazie ai riconoscimenti eccezionali del Ministero della Giustizia; in quanto società impegnata nel recupero e reintegro di giovani minori detenuti, dal Ministero della Gioventù e Ministero delle Pari Opportunità; per l’impegno profuso nei giovani e nella famiglia, nonché dalle Autorità Locali per la passione con la quale opera nel sociale, risulta essere oggi una delle associazioni maggiormente impegnate in prima linea per il recupero di giovani in difficoltà, compresi bambini diversamente abili e non vedenti. La politica sociale per la famiglia in atto con il “Progetto Maddaloni” a Scampia è quella di “trattenere” con lo sport e le varie discipline l’intera famiglia, dando la possibilità di fare attività versando le solo quote “sociali” dei genitori e tenere gratuitamente tutta la famiglia.

Sogni e ambizioni

Sono proprio le capacità professionali dei componenti dello staff tecnico di questa palestra, la rabbia di questi ragazzi nell’affermarsi nella vita, nonché la possibilità che può dare lo sport “sano” nella civilizzazione dell’essere umano, che ha indotto il maestro Gianni Maddaloni e il suo gruppo a combattere per cercare di ottenere una “cittadella dello sport” in ogni città d’Italia, in ogni quartiere disagiato oppure la dove i giovani sono allo sbando, ma recuperabili praticando sport “gratis”, fino ad oggi reso in parte possibile a Scampia – Napoli con il “Progetto Maddaloni”. Questa la medicina, secondo Maddaloni per il recupero dei ragazzi, questo il sogno di un uomo e di persone che credono nei giovani.

Sito web: Centro Sportivo Maddaloni

Giuseppe “Pino” Maddaloni

E’ un ragazzo, classe 1976, cresciuto in uno dei quartieri più malfamati d’Italia. Era un bambino sovrappeso e con le caviglie fragili, perciò in difficoltà sul tatami.

Cresce e migliora nei punti deboli e si presenta alle Olimpiadi del 2000 senza i favori dei pronostici.
Le medaglie di campione italiano e europeo non bastano al grande pubblico.

O’ Maè per supportare suo figlio nella lontanissima Sydney, dovette vendere la sua adorata Yamaha. Con il senno di poi non ci sarebbe stata scelta migliore.

Il percorso di Pino è netto, senza particolari inciampi fino alla semifinale, in cui il bielorusso Laryukov lo impegna più del previsto. Si trova addirittura sotto nel punteggio, ma grazie ad un “ippon” (schienamento) fenomenale si aggiudica l’accesso alla finale. Nonostante la medaglia già in tasca, si percepisce in Pino una voglia e una spinta in più rispetto al suo avversario, data da tutti i sacrifici e a tutte le difficoltà che ha dovuto superare.

L’incontro è alla pari e a fare la differenza ancora una volta sono gli insegnamenti del Maestro.
La sera prima dell’incontro spiegò al figlio come, secondo lui, avrebbe attaccato l’avversario e come reagire di conseguenza. Quella sera, il brasiliano Camilo, fa esattamente ciò che O’Maè aveva previsto e Pino non può far altro che rendere orgoglioso suo padre e far salire sul tetto più alto del mondo tutta Scampia.
Una vittoria insperata ma che ha riempito il cuore di tutti gli italiani. Perché un successo di un ragazzo di periferia è un successo che vale doppio.